Speciale Buxus: Deperimento causato da Cylindrocladium

Il bosso sta soffrendo nuovi parassiti capaci di mettere in crisi anche i migliori operatori del verde sia per le difficoltà diagnostiche che per quelle di difesa fitoiatrica. Negli ultimi 8 anni, questa specie è risultata vittima di numerose specie di insetti e funghi parassiti provenienti anche da altri continenti.

Uno degli ultimi parassiti è arrivato nel 2008 dall’Inghilterra, si chiama Cylindrocladium buxi, è una crittogama (fungo) e ha trovato nella stagione piovosa del 2014 le condizioni migliori per danneggiare i bossi di vivai e giardini. La lotta ai parassiti delle piante, ricordiamolo sempre bene, richiede come primo passo il riconoscimento della causa della malattia: senza nome e cognome del parassita, ogni disinfestazione è solo tempo sprecato perché tempi, macchinari, fitofarmaci e dosaggi non possono essere improvvisati. Così è avvenuto diffusamente anche nel caso della nuova malattia fungina che provoca il disseccamento dei rami di bosso e che risulta riconducibile a Cylindrocladium buxicola, nuovo parassita fungino proveniente dai bossi dell’Inghilterra e difficilmente riconoscibile, senza analisi di laboratorio, anche da chi vanta lunga esperienza nel verde.

Origini e sintomatologia

Il patogeno è un fungo microscopico che attacca i tessuti teneri aerei del bosso.

Non attacca le radici e nemmeno il legno maturo dei vecchi rami del fusto.

L’infezione dei propaguli fungini avviene tipicamente sul giovane fogliame tenero in caso di acqua persistente almeno per 10-12 ore e con temperature superiori ai 20°C.
Tale condizione è frequente nel caso delle irrigazioni serali (da evitare assolutamente) o nei temporali di prima estate.

La fogliolina infetta, distendendosi, assume una colorazione scura, rossastra o bronzea, arrivando a seccare in circa 6-7gg per poi cadere al suolo.
In condizioni di elevata umidità notturna diventa visibile il micelio bianco del fungo sulla pagina inferiore delle foglie.

La malattia aggredisce anche i giovani rami sui quali va a generare rinsecchimenti o striature brune su cui, sempre in condizioni di alta umidità, va a formarsi di micelio fungino bianco.

Tipicamente l’infezione prende avvio con l’arrossamento e il rinsecchimento di qualche apice di germoglio.
Se l’infezione prosegue, la manifestazione si traduce in ampie zone di chioma che disseccano dopo qualche giorno di tristezza vegetativa.
Non è raro trovare sulla stessa pianta chioma disseccata e chioma perfettamente verde e sana.
Tutto dipende dai focolai di infezione presenti nella pianta stessa, numero che può essere di qualche unità come anche di qualche centinaio.

Un’infezione pesante, interessante l’intera corona della chioma, può portare al disseccamento progressivo della pianta che però raramente muore.
La capacità di sopravvivenza delle piante molto danneggiate è infatti garantita dalle gemme dormienti sottocorticali presenti nel legno vecchio della parte basale dei rami.
Da queste può ripartire la vegetazione del bosso disseccato che però può, a sua volta, essere nuovamente infettata dal parassita se le condizioni di umidità non vengono risolte o se la difesa fitoiatrica non è stata regolarmente eseguita.
Concimazioni moderate, gestione attenta delle irrigazioni e difesa fitoiatrica puntuale primaverile sono i tre elementi chiave per evitare gravi danni da questa malattia.

Diffusione e difesa

Il parassita può sopravvivere anche 5-6 anni, in forma dormiente, nelle foglie infette rinsecchite cadute a terra.
Possiede infatti la capacità di costruire delle capsule di conservazione (sclerozi) che ne permettono la sopravvivenza anche a condizioni estreme da + 40°C a – 40°C.
In piena primavera, con clima caldo-umido da 18-20°C a salire, il patogeno germina e produce le spore infettanti.

L’infezione dopo circa 7-10gg genera una nuova sporificazione con la diffusione di nuovi elementi infettanti sui rami e sulle piante vicine.
Tale virulenza rapida ci fa capire quanto sia importante la difesa fitoiatrica già sui primi attacchi primaverili.

La prevenzione trae vantaggi anche evitando le irrigazioni per aspersione sulla chioma, soprattutto nelle ore serali.

Anche le concimazioni azotate vanno moderate in quanto il lussureggiamento vegetativo delle piante rende queste più aggredibili dal patogeno al contrario delle concimazioni calciche fogliari con calcio-chelato, capaci di irrobustire il fogliame.

La difesa fitoiatrica dispone di trattamenti preventivi a base di Captan, Chlorotalonil e Rameici che vanno applicati a metà primavera e a fine estate nei periodi piovosi.
Il fitofarmaco di maggiore efficacia avendo azione risanante e preventiva è lo Switch. Grazie all’associazione complementare e sinergica di Fludioxonil (fenilpirrolo) e Cyprodinil (anilino-pirimidina), lo Switch si ha capacità di bloccare l’infezione in atto e di garantire protezione preventiva per almeno 15-20gg anche in caso di piogge insistenti.

A titolo orientativo possiamo confermare la necessità di almeno un paio di trattamenti primaverili con Switch a cui deve seguire un trattamento di protezione autunnale con rame-ossicloruro in settembre.

Fiorenzo Pandini
Dottore Agronomo libero professionista