Muoiono le palme del Garda

palma

di Marco Pandini

Gli agronomi lanciano l’allarme:  sulla costa gardesana più di 1.000 palme morte nel 2018 a causa della Paysandisia, un nuovo parassita che arriva dalle foreste argentine. A rischio anche le palme secolari dei giardini storici.

Le palme del Garda temevano l’arrivo del famigerato punteruolo rosso ma al suo posto è invece spuntato un altro micidiale parassita proveniente dalla foresta amazzonica argentina: la Paysandisia archon.

A differenza del punteruolo, che è un coleottero, la paysandisia è una bellissima farfalla dalle ali variopinte.
Se ne sono viste volare migliaia nell’estate 2018 in entrambe le coste del Garda; considerata la deposizione di almeno 100 uova per femmina, ecco che si capisce perché la mortalità tra le palme abbia raggiunto cifre alte.

La farfalla è innocua, presa in sé, perché è la sua fase giovanile di bruco la vera responsabile dei danni.
La larva della Paysandisia vive all’interno dello stipite (testa) della pianta, divorandone il meristema ossia il cuore del germoglio. L’insetto ha un ciclo annuale, con la schiusura delle uova che avviene da maggio a ottobre.

Le larve di prima schiusa, ossia nate a inizio estate, diventeranno farfalle alla fine della successiva primavera (ossia dopo 10 mesi); quelle di schiusa tardiva, ossia nate dopo ferragosto, diventeranno farfalle solo dopo 2 anni ossia dalla tarda primavera del 2° anno dopo la nascita.

I primi casi di infestazione sono stati rilevati addirittura nel 2010 a Bogliaco ma il riconoscimento ufficiale è avvenuto solo nel 2013 grazie agli agronomi del servizio fitosanitario della Regione Lombardia.

L’allarme lanciato è stato però ignorato e questo ha favorito la strage di palme verificatasi in questi anni.

Oggi il parassita è presente sia sulla sponda bresciana che su quella veronese con un rischio enorme anche per le palme storiche.
La difesa insetticida ha diverse soluzioni che l’agronomo può decidere in campo, ricorrendo alle applicazioni radicali, alle iniezioni endoterapiche, al lancio dei nematodi endoparassiti in chioma.

Quest’ultima è certamente la lotta più ecologica perché prevede la posa nella “testa fogliata” della palma di 50milioni di larve di Steinernema carpocapasae, un verme predatore della Paysandisia.

Questo tipo di lotta biologica è stato sperimentato sul Garda dal Dott. Mauro Guerrini, agronomo bresciano specialista in lotta biologica.

La difesa più efficace è però sempre garantita dalle iniezioni nel sistema linfatico di una soluzione alcolica concentrata di 2 insetticidi puri, selettivi, innocui sugli animali a sangue caldo. Così ha fatto il Comune di Sirmione nel 2018, salvando le 750 palme comunali di viali e giardini.

A prescindere dalla tecnica di difesa, resta il fatto che la tignola della palma è ormai endemica sul Garda e, se non viene affrontata, porterà alla scomparsa delle palme dal lago.

Aprile 2019