Garda: pericolo processionaria

di Fiorenzo Pandini
Dottore agronomo

 

A rischio la nostra salute se i nidi non vengono rimossi. Dermatiti gravi fin anche al rischio di soffocamento in caso di contatto con i peli delle larve di questo lepidottero parassita.

Pini e cedri le sole piante attaccate. Il D.M.  30.10.2007 rende obbligatoria la lotta con sanzioni da 250 a 1.500 euro a chi non ottempera.

Il servizio agronomico bresciano ricorda che stiamo entrando negli ultimi giorni utili per gli interventi di bonifica dei focolai di processionaria del pino. Conviene ricordarlo, l’insetto è pericoloso per la nostra salute al punto che la sua eradicazione è obbligatoria per legge (con multe da 250 a 1.500 euro per i trasgressori).
Questo insetto dal nome impronunciabile (Thaumetopoea pythiocampa), resterà infatti ancora per 2-3 settimane in letargo nei nidi costruiti sui rami dei pini e dei cedri infestati; poi, con le prime giornate calde di marzo, inizierà a girovagare per strade e giardini, in lunghe processioni di larve, per prepararsi alla metamorfosi che avverrà nel terreno in tarda primavera.
Quest’anno i rilievi degli agronomi hanno confermato focolai in diversi comuni della sponda gardesana come anche nella bassa bresciana, nel 75% i casi hanno riguardato i pini neri e nel 25% i cedri.

“Il problema più grave - ci conferma il dott. Fiorenzo Pandini, agronomo bresciano specialista in parassitologia vegetale – lo abbiamo nelle aree urbane perché la processionaria può anche entrare nelle nostre abitazioni rendendo addirittura irrespirabile l’aria. Attenzione:  la processionaria è dannosa alle piante ma è la nostra salute ad essere davvero in pericoloso perché l’inalazione dei peli può farci rischiare gravi crisi respiratorie mentre il contatto con la nostra pelle ci causa gravissime irritazioni cutanee”

Nel territorio nazionale esiste per questo motivo l’obbligo di lotta all’insetto e questo spiega perché ogni anno gli agronomi facciano monitoraggi in provincia finalizzati alla diagnosi precisa delle popolazioni larvali in kodo tale da indirizzare a colpo sicuro gli interventi di bonifica ambientale.
La lotta obbligatoria – prosegue il dott. Pandini – prevede l’asportazione dei nidi tramite il taglio del cimale del ramo infestato con la sua successiva bruciatura. Attenzione però, dalle prime giornate calde di marzo le larve lasciano i nidi e iniziano le processioni diventando di fatto incontrollabili da qualsiasi nostro mezzo”.
Non trascuriamo però anche la possibilità di difesa insetticida classica prima della formazione dei nidi, intervenendo sulle larve neonate in agosto e settembre in endoterapia o con le irrorazioni a turbina.
Taglio dei nidi in gennaio-febbraio e trattamenti insetticidi a fine estate rappresentano perciò i soli due mezzi a nostra disposizione per evitare rischi sanitari e anche economici visto che il decreto prevede da una sanzione da 250 a 1.500 euro a carico dei trasgressori.