Responsabilità in caso di caduta di un albero

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Il crollo di un albero è un evento più diffuso di quanto si pensi e ogni anno, anche in Italia, morti e feriti non mancano. Chi paga in caso di semplici danni materiali o chi viene processato in caso di morti o feriti? Le due risposte rimandano alle responsabilità civili (primo caso) e anche penali (secondo caso) che il giudice deve andare ad attribuire. La legge parla chiaro: il responsabile è colui che ha in carico la custodia del bene, in questo caso l'albero.

Il dovere di custodia, addebita automaticamente ogni responsabilità civile (amministrativa) a carico di chi ha la responsabilità di custodia dell'albero, mentre così non è per le responsabilità penali, sempre da dimostrare con un'azione processuale a sé.

Una scappatoia cercata da molti che si vengono a trovare a dover rispondere a danni di questo tipo punta spesso a cercare di dimostrare il caso fortuito o la causa di forza maggiore, ma nel 96% dei casi questa scappatoia non trova fondamento perché il crollo, purtroppo, risulta addebitabile a patologie della pianta o ad errori di piantagione (suolo inadatto), o di manutenzione  (es: potature o scavi stradali).

Per quanto attiene agli eventi che solitamente sono invocati a discolpa, vale a dire gli eventi atmosferici straordinari, ricordiamo sempre che la responsabilità propria svanisce solo se si dimostra che l'evento atmosferico è stato eccezionale ed imprevedibile (come stabilito dal Tribunale di Verona, sent. 28 giugno 1994, Salaorni e Fraccaroli, Turco e Comune di Verona).

E' intuitivo il fatto che, in caso di crollo di un singolo albero seppur in presenza di un forte temporale estivo o di una ricca nevicata invernale, diventa improponibile la straordinarietà dell'evento atmosferico, in quanto di alberi a terra ne dovremmo trovare decine o centinaia.

Ad appesantire il quadro delle responsabilità concorre poi la perizia tecnica firmata dall'unica figura abilitata in materia: il dottore agronomo-forestale a cui spetta la diagnosi fisiologia e morfologica dello stato sanitario dell'albero crollato.

Le cause principali di crollo di un albero appartengono a tre categorie di problemi, praticamente di pari valore percentuale negli eventi di questo tipo:

  • le parassitologie del legno (insetti lignicoli e carie fungine)
  • i difetti di crescita (spesso provocati da errori di piantagione o di manutenzione)
  • i danni causati da scavi (stradali i di varia natura)

Tutti sappiamo che per la nostra salute il medico, meglio se specialista, è l'unico rimedio (eccezion fatta per chi crede ai maghi), come anche la salute degli animali ha nel veterinario l'unico riferimento certo per diagnosi e cura. Allo stesso modo, per la messa in sicurezza di un edificio sappiamo che l'ingegnere è la figura di riferimento come il geologo lo è sulla valutazione di tenuta di un suolo.

Nel caso della valutazione tecnica di un albero ecco allora che il tecnico di riferimento è il dottore agronomo-forestale e a questi bisogna fare riferimento sia per la diagnostica che per le certificazioni.

Gli alberi pericolosi sono più diffusi di quanto non si pensi sia lungo le strade che i nostri giardini e, in caso di morti o feriti, ecco allora comparire la figura del CTU (consulente tecnico di ufficio) che è un dottore agronomo-forestale incaricato dal magistrato per la perizia sull'albero crollato.

Nel 96% dei casi (statistica ADAF Brescia) la perizia agronomica addebita a chi ha in carico la custodia dell'albero la responsabilità del sinistro (eccezion fatta, come detto, in casi straordinari) e da questo emerge poi la condanna penale a carico della persona fisica identificata come il "custode del bene".

Occhio però a non confondere il significato di "custode". Questo non è il portinaio del condominio ma è la persona fisica titolare del bene-albero.

Nel caso del verde pubblico il custode è il sindaco o un suo delegato (assessore o tecnico dell'ufficio delegato).

Nel caso del verde privato il custode è il proprietario del bene o l'amministratore delegato alla gestione (es. condominio). In caso di danni civili una buona assicurazione risolve ogni problema, mentre nel caso di danni penali abbiamo la condanna del "custode" a qualche mese o qualche anno di reclusione

Dott. Agronomo Fiorenzo Pandini